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La storia di Ponza e Ventotene

Le popolazioni preistoriche che abitavano le coste del Circeo affrontavano spesso la traversata verso Palmarola per raccogliere la preziosa e tagliente ossidiana, necessaria per punte di freccia ed utensili che sono stati trovati dagli archeologi in decine di siti italiani. A causa della loro posizione, le isole vennero utilizzate da Fenici e Greci come scalo e riparo durante le traversate verso le miniere dell'Elba: a questo periodo risalgono probabilmente i nomi di Pontia e Pandataria (mutato in Ventotene solo in epoca moderna). Le pagine di Tito Livio e alcune mura nei pressi del porto ci parlano della presenza a Ponza di un insediamento dei Volsci, che fu abbandonato dopo la battaglia navale persa da questo popolo contro le galere romane nel 338 a.C. al largo di Anzio. Il periodo del dominio romano sulle isole iniziò con l'installazione di guarnigioni a Ponza, che avrebbe poi aiutato Roma nella dura lotta contro Annibale. La lunga pax romana portò al calo dell'importanza militare delle isole ponziane in un Mediterraneo oramai libero dai pirati: il periodo della fine della repubblica vide però l'inizio della colonizzazione sistematica di Ponza e Ventotene. Augusto volle Ventotene come parte del suo patrimonio personale e la scelse come esilio dorato per i membri della stirpe imperiale in disgrazia. A questo periodo (I secolo d.C.) risalgono le colossali opere idrauliche - acquedotti, peschiere e cisterne - e ingegneristiche - porti e gallerie - che ancora oggi caratterizzano la fisionomia di Ponza e Ventotene. Il cristianesimo portò sulle isole esiliati e martiri tra cui San Silverio, eletto papa nel 536 ma, in conflitto con la corte di Giustiniano, tacciato di eresia e relegato a Ponza. Lentamente spopolate a causa della crescente insicurezza politica, le isole divennero rifugio di monaci ed eremiti che resistettero per secoli alle incursioni dei pirati saraceni, fino al quasi completo e definitivo abbandono avvenuto durante XIV secolo. Le isole diventarono nel 1734 dominio diretto del re di Napoli ed il loro popolamento venne affrontato costruendo opere pubbliche importanti (come il porto di Ponza iniziato nel 1775) e stimolando i coloni diretti verso Ponza e Ventotene con la promessa dicase, attrezzature agricole e terra. I primi sforzi - effettuati nel 1734 - non portarono al risultato sperato e una seconda ondata di immigrati raggiunse le isole intorno al 1770. La manodopera utilizzata per le grandi opere urbanistiche fu quella dei forzati, che inaugurarono con la loro presenza la triste tradizione penitenziaria delle isole. Ai coloni dediti all'agricoltura, provenienti anche dalle aree campane colpite dall'eruzione del Vesuvio del 1771, seguirono pescatori e marinai, mentre Ferdinando I delle Due Sicilie portava avanti gli interventi urbanistici avviati dal padre Carlo III. A quest'epoca risalgono le opere militari più importanti (Forte Papa e Frontone a Ponza) e la costruzione del carcere di Santo Stefano, progettato da Francesco Carpi e terminato nel 1795. Dopo la breve parentesi napoleonica del primo decennio dell'Ottocento e la presenza inglese del periodo 1813 - 1815, Ponza, Ventotene e le isole minori tornarono alla loro vita consueta, fatta di agricoltura, pesca e del lavoro dei forzati, già che Ponza (nel 1820) e Ventotene (nel 1825) erano divenuti "luoghi di rilegazione" e accoglienza "per misura governativa" per volere della corona. Il 27 giugno del 1857 il Risorgimento italiano fece la sua comparsa sull'arcipelago, con lo sbarco di Carlo Pisacane diretto a Sapri. Nello stesso anno era stato inaugurato un collegamento periodico delle isole con Napoli e il telegrafo aveva collegato il Circeo, Ventotene ed Ischia. Annesse nel 1861 all'Italia, le isole furono collegate regolarmente con la terraferma dalla linea SPAN durante l'estate e, nonostante l'abolizione del domicilio coatto avvenuta nel 1910, a Ventotene vennero confinati prigionieri libici e, nel 1928 nacque il tristemente famoso confino fascista di Ponza. Qui vennero inviati tra gli altri Amendola, Nenni, Basso, Romita, Secchia, Terracini, Pertini e Ravera ed i confinati, per motivi di sicurezza, vennero trasferiti nel 1938 nella più piccola Ventotene. Nel 1942 Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni scrissero il Manifesto di Ventotene, prima teorizzazione di un'Europa unita e libera e nel 1943, dal 27 luglio al 7 agosto, Mussolini fu internato a Ponza prima di essere trasferito al Gran Sasso. Gli anni del dopoguerra furono difficili ma ricchi di cambiamenti. A partire dagli anni '60, sulle isole ha fatto la sua comparsa il turismo che Ú rapidamente divenuto una delle principali fonti di reddito di Ponza e Ventotene. Più servizi, più ospitalità, più divertimenti: gli anni '80 e '90 sono stati anche caratterizzati dallo sviluppo edilizio e dall'abbandono dei campi e dell'agricoltura.

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