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Ventotene e Santo Stefano



Alberto Jacometti
Confinato a Ventotene, ha lasciato una descrizione della giornata di un recluso nel suo libro dedicato all'isola.
Ventotene e Santo Stefano
Piccola, scura e vulcanica. Ventotene Ú in buona parte protetta da una riserva marina, che si estende anche alle rocce solitarie su cui sorge il penitenziario borbonico di Santo Stefano.
Santo Stefano
Impossibile non notare l'isolotto di Santo Stefano, nel corso di una visita a Ventotene. La sua sagoma imponente, coronata dalla struttura chiara del carcere borbonico, diventano subito lo sfondo familiare di un bagno a Cala Nave oppure ad una passeggiata nel porto.
Piazza Castello
Nella zona dove oggi si trova piazza Castello in epoca borbonica erano state costruiti una serie di edifici militari ed una piazza d'armi. La trasformazione di questo spazio avvenne nei primi decenni dell'Ottocento e, verso la metà del secolo, furono edificate una serie di palazzine più ampie e signorili delle case fino ad allora costruite a Ventotene.
Le cisterne romane
Il problema principale che i romani dovettero affrontare, quando posero mano al problema della colonizzazione delle isole Ponziane, fu quello dell'acqua. A fare da fulcro alla rete idrica di Ventotene, isola priva di sorgenti, vennero costruiti due colossali serbatoi: la cisterna di Villa Stefania (o Villa Iacono) che Ú la più alta delle due, mentre la cisterna dei Carcerati (o dei Buoi) Ú invece più vicina alla grande villa.
La storia di Ponza e Ventotene
Fatto di colonizzazioni e ritirate, di periodi floridi e di lunghi abbandoni, il rapporto dell'uomo con le isole dell'arcipelago iniziò nell'antichità più remota.
La riserva
Per salvaguardare il mare e l'ambiente di Ventotene, Ú stata istituita il 12 dicembre 1997 la Riserva Marina di Ventotene che comprende sia l'isola principale che la disabitata Santo Stefano.
L'origine vulcanica
I profili delle coste, i faraglioni e gli scogli, le falesie chiare - come Chiaia di Luna - o scure sono il frutto della tempestosa genesi delle isole ponziane.
Il porto
La rotta che conduce dal largo verso il porto di Ventotene incontra, già con l'apparire dell'isola, le prime tracce dell'antichità del suo popolamento. Prima di attraccare, i traghetti e gli aliscafi rallentano la loro corsa davanti alle rocce chiare di Punta Eolo, dove gli architetti degli imperatori romani costruirono una delle più spettacolari ville dell'antichità.
Il paese
L'aspetto della Ventotene di oggi, con le sue vie, i colori pastello e gli archi, le piazze del Castello e della Chiesa Ú in gran parte quella che venne costruita dal nulla nel momento della colonizzazione voluta dai Borboni. Delle epoche precedenti mancano tracce importanti e quindi l'intero paese - nella sua parte storica - ricalca le forme e le linee dei progetti architettonici ed urbanistici della fine del '700.
Il confino
Spesso, le isole sono state scelte in tutto il mondo come luoghi di detenzione e di pena. Alcuni dei penitenziari più famosi e leggendari sono stati fondati su scogli e isolotti, dal Chateau d'If del Conte di Montecristo a "The Rock" di Alcatraz. Le isole pontine, e soprattutto Ventotene, però, hanno avuto una sorte più sfortunata.
Villa Giulia
L'intero promontorio di Punta Eolo Ú segnato dalla presenza dei resti della grande villa imperiale detta comunemente Villa Giulia, dal nome della prima nobildonna romana che fu esiliata tra le sue mura. Narrano infatti Svetonio e Tacito che, nel 2 a.C. la figlia di Augusto venne inviata in esilio a Ventotene per aver infranto le regole morali della Lex Iulia.
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